Da più di due decenni, per l´esattezza da 22 anni, la Guinea-Bissau sta vivendo una situazione di crisi politica e istituzionale costante, che ha contributo a fare di questo paese uno degli Stati più poveri al mondo. Nel 1998, il paese fu coinvolto in un conflitto politico-militare, ridotto a un duello fra il presidente João Bernardo Vieira con l´allora Capo di Stato Maggiore, generale delle forze armate, Ansumane Mané, poi assassinato nel 2001 in circonstanze mai chiarite da parte delle autorità giudiziarie. Tale conflitto sconvolse il paese in diverse sfere: politica, economica, sociale, con conseguenze visibili ancora oggi.
Il sistema semi-presideziale attuale presenta grandi fragilità, avendo originato molti conflitti fra il Presidente e il Governo; nell´ultimo decennio ciò è risultato nella caduta dell’esecutivo, come è avvenuto nel 2006, quando il Presidente João Bernardo Vieira dimise il governo di Carlos Gomes Júnior. Tuttavia, la fragilità del sistema politico e democratico guineano non deve essere ricercata soltanto nel semi-presidezialismo, ma anche nel comportamento antidemocratico della classe politica che si è unita ai militari per arrivare al potere, indebolendo così la democrazia e le istituzioni democratiche dello Stato.
La congiuntura della crisi politica e istituzionale è proseguita, con azioni molto forti, favorendo così la rottura istituzionale nel paese. Dal 7 di giugno del 1998, quando il paese visse il suddetto conflitto politico e militare, la Guinea-Bissau non conosce stabilità politica. A partire da questo momento, nessun governo eletto ha terminato il mandato di quattro anni.
Il 12 aprile del 2012, il Primo Ministro Carlos Gomes Júnior ha dovuto subire um nuovo golpe, scenario che è durato fino al termine del primo semestre del 2014. Questi colpi di Stato, che da sempre hanno coinvolto politici e militari, sfociano in sanzioni internazionali contro il paese e i golpisti. Come conseguenza, i governi risultanti dal golpe mostrano difficoltà nel pagare salari ai funzionari pubblici, aumentando la povertà e altri problemi sociali.
L´instabilità rivela un elemento peculiare dei politici guineani, l´assenza di un impegno politico e ideologico che aveva caratterizzato la visione del leader dell´ indipendenza, Amílcar Cabral, così come tutto il processo di lotta per l´independenza della Guinea-Bissau.
Recentemente, la Guinea-Bissau ha ancora uma volta mostrato una serie di crisi politiche e istituzionali. Nel 2019 furono realizzate elezioni presidenziali (per eleggere il presidente) e legislative (per eleggere il governo). A marzo 2019 il PAIGC ha vinto le elezioni legislative. In questo stesso anno si svolsero le elezioni presidenziali, il cui primo turno è stato realizzato a novembre 2019. La votazione ha reso necessario un secondo turno, disputato fra i candidati Domingos Simões Pereira (PAIGC) e Umaro Sissoco Embaló (MADEM – G15), realizzato a fine dicembre dello stesso anno.
L´elezione presidenziale fu caratterizzata da una serie di denunce di brogli in cui il candidato del MADEM – G15 fu accusato dal PAIGC di truccare l’elezione.
Tuttavia, la prima investitura simbolica di Umaro Sissoco Embaló come Presidente della Repubblica venne realizzata il 27 febbraio del 2020, prima della decisione del Tribunale Supremo della Giustizia sul processo mosso dal PAIGC contro il candidato del MADEM – G15, in riferimento all´accusa di broglio elettorale. L´atto fu celebrato dall´ex-Presidente della Repubblica, José Mario Vaz, con la presenza di alcuni ufficiali militari, mentre i Presidenti del Tribunale Supremo della Giustizia e dell´Assemblea Nazionale Popolare non si sono fatti presenti alla cerimonia. Dinanzi a questo scenario, Umaro Sissoco Embaló, dopo la sua investitura, ha emesso un Decreto presidenziale numero 01/2020, del 28 di febbraio, in cui dimetteva il governo del PAIGC eletto nelle elezioni legislative di marzo dello stesso anno, presieduto da Aristides Gomes. Subito dopo, ha nominato, attraveso il Decreto presidenziale numero 02/2020, del 28 di febbraio il suo alleato politico Nuno Gomes Nabiam del partito APU – PDG per l´incarico di Primo Ministro.
In seguito, i militari entrarono in scena, chiudendo tutte le istituzioni del governo, compreso il Tribunale Supremo della Giustizia, configurando così un colpo di Stato. Le uniche autorità a cui fu consentito di occupare le istituzioni sono stati i membri del governo presieduto da Nuno Gomes Nabiam.
Adesso, ciò che si sta osservando nel paese nel 2020 è una onda di sequestri contro politici, avversari e critici del governo inconstituzionale che controlla il paese in questo momento.
I fatti presentati in questo testo ci permettono di osservare che non esiste una democrazia effettiva in Guinea-Bissau, visto che il funzionamento delle istituzioni è interrotto costantemente mediante colpi di stato, e che nesun governo ha terminato il mandato da quando il paese ha cominciato a organizzare elezioni legislative libere. Questa analisi ci porta a collocare la necessità urgente della realizzazione di una riforma profonda nel settore della difesa e sicurezza, senza la quale difficilmente il paese uscirà da questa situazione di costante instabilità politica.